Florentiner

Mia nonna, posso descrivervela? In poche righe, perché su di lei potrei scrivere un libro, ma per non ricadere in uno dei miei classici Amarcord cercherò di essere concisa. Avete presente quando da piccoli leggevate dei libri in cui venivano descritte quelle tenere nonne con il sorriso sempre stampato in volto, una dispensa carica di dolci ed un repertorio infinito di parole buone per tutti? Ecco, probabilmente quei libri si riferivano a lei. Oppure è lei che si è lasciata ispirare da quei racconti. Fatto sta che mia nonna è così. Nonostante la fila di marachelle che mia sorella ed io le propinassimo davanti al naso a scadenza giornaliera, ricordo solo una volta in cui si è davvero arrabbiata. Ok, a dire il vero due. La prima? Quando le ho spalmato della terra bagnata sul nuovo tappeto color panna, e la seconda quando mia sorella ha accidentalmente confuso la palma davanti a casa per il Böögg, con conseguente scatto di mio padre che si è dovuto improvvisare Grisù (famoso pompiere) impugnando l’idrante. Tutto ciò che stava al di sotto di questi due livelli di marachella, non hanno mai scomposto più di molto la mitica Margrit. E, manco a dirlo, era ai fornelli che mia nonna dava il meglio di sè. Non aspettatevi storie di lasagne e teglie di pizza, che quelle non hanno nulla a che vedere con le sue radici. Margrit è argoviese, e fedele alla gastronomia della sua cara Svizzera interna. Non credo che nel repertorio abbia mai avuto più di 20 piatti, ma che piatti! Ogni giorno portava in tavola dei manicaretti ineguagliabili, aveva un tocco magico. Mai più mangiato purea di patate migliore, mai più mangiato dei rösti così divini, e nemmeno spezzatino alla zurighese più tenero e saporito. “Mischi, con spätzle va bene?”. “Vai nonna, grande!”. E poi quando nell’aria c’era sentore di periodo natalizio, iniziava a sfornare biscotti. Nell’ordine: spitzbuben, stelle di cannella, “grassins” (di questi un giorno vi parlerò), biscotti alle nocciole, all’anice, al cocco, milanesi e poi, loro. I miei preferiti, in assoluto. Gli unici che non hanno mai avuto problemi di conservazione perché sparivano in un attimo. In commercio normalmente li si trovano grandi come un 5 chf. Margrit? Lei ne produceva a chili della grandezza del palmo di una mano. Mia nonna in cucina non ha, e non avrà mai, rivali. Come non ha rivali il mio adorato cioccolato, quello che si spalma pure su una lato di questi adorabili biscotti. E voi direte: che novità. E infatti la novità, a casa nostra, sarebbe quella di trascorrere anche solo un giorno senza nemmeno assaggiarne un pezzettino (salvo rarissime occasioni in cui siamo ko per eventuali acciacchi di stagione, raramente ricordo 24 ore in cui non ne abbiamo mangiato). In onore della famosa “swissness”, in onore del nostro marchio di fabbrica, del prodotto elvetico probabilmente più amato nel mondo…noi nel dubbio continuiamo a consumarne senza troppe esitazioni e potremmo addirittura candidarci come ambasciatori ufficiali del cioccolato svizzero. E poi, a nostra discolpa, so che abbiamo diverse attenuanti che giocano a nostro favore: il cacao contenuto nel cioccolato è ricco di flavonoidi, che sono dei preziosi antiossidanti (meglio scegliere quello fondente che contiene una concentrazione maggiore di cacao), inoltre aiuta a ridurre il colesterolo “cattivo” nel sangue, è un antinfiammatorio, fa bene alla pelle e mette pure di buon umore. Ovviamente direi che qualche quadratino al giorno possa bastare, la tavoletta intera immagino sia il classico troppo che storpia. Un ultimo appunto: scegliete sempre del cioccolato di qualità, anche per fare questi biscotti: la differenza si sente, eccome!

Difficoltà: media
Tempo di preparazione: 10 minuti
Tempo di cottura: 12 minuti 

Ingredienti

180 grammi di mandorle a lamelle
1 dl di panna
50 grammi di burro
5 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di farina
la scorza di un’arancia biologica
1 pizzico di sale
100 grammi di cioccolato (latte o fondente)
N.B. Se volete potete sostituire 50 grammi di mandorle con la stessa quantità di arancia candita a dadini

Accendete il forno a 200 gradi.
Mettete il burro, la panna, lo zucchero ed il pizzico di sale in un pentolino. Portate a bollore. Abbassate la fiamma e aggiungete la farina, rimestate con una frusta da cucina in modo che gli eventuali grumi si sciolgano. Aggiungete la scorza di arancia e le mandorle. Mescolate bene e cuocete un paio di minuti. Rovesciate la massa su una teglia rivestita con carta da forno, e spianate finché non avrete ottenuto un rettangolo spesso circa 6-7 mm. Cuocete nella parte bassa del forno per 10-12 minuti, finché le mandorle non inizieranno ad essere un po’ dorate.
Fate raffreddare completamente. Fate sciogliere il cioccolato a bagnomaria, poi prendete il rettangolo di biscotto, giratelo, e spennellatevi il cioccolato uniformemente. Fate nuovamente raffreddare. Tagliate il rettangolo in tanti triangoli (o la forma che preferite), e conservateli in frigorifero. 

 

ENGLISH VERSION RECIPE

Difficulty: medium
Preparation time: 10 minutes
Cooking time: 12 minutes

Ingredients

180 grams of almond`s flakes
1 dl of cream
50 grams of butter
5 tablespoons of sugar
3 tablespoons of flour
the zest of a biological orange
1 pinch of salt
100 grams of chocolate (milk or dark)
Note: If you want you can replace 50 grams of almonds with the same amount of diced candied orange

Turn the oven on at 200 degrees.
Put the butter, cream, sugar and a pinch of salt in a saucepan. Bring to a boil. Reduce the heat and add the flour, stir with a kitchen whisk so that any lumps melt. Add the orange zest and almonds. Mix well and cook for a couple of minutes. Turn the mass upside down on a baking sheet covered with baking paper, and spread out until you have obtained a rectangle about 6-7 mm thick. Cook in the lower part of the oven for 10-12 minutes, until the almonds begin to be a little golden.
Let it cool completely. Melt the chocolate in a bain-marie, then take the rectangle of biscuit, turn it over, and brush the chocolate evenly. Let it cool again. Cut the rectangle into many triangles (or the shape of your choice), and keep them in the fridge.

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